giovedì 21 febbraio 2008

Essere o non essere?


Sembrava ormai una cosa pacifica.Una conquista delle donne.Una delle ultime eredità di quelle lotte sociali dei favolosi e tragici anni 70.
E invece no.
Oggi si ridiscute di aborto,di legge 194,del senso della vita.
In linea di massima sono sempre stato a favore dell'aborto,poichè credo che solo una donna è in grado di capire cosa si provi in gravidanza.Quando è giusto tenere un bambino e quando è giusto non tenerlo.
E anche perchè in alcune situazioni ,secondo me,far venire alla luce una vita deforme o sofferente è un atto di cattiveria più che un atto d'amore.

Il problema che mi pongo da un po' di tempo è pero' questo:io ho sempre giudicato la questione tenendo maggiormente in considerazione il punto di vista della donna,sulla base che l'embrione per me è una "vita potenziale",una "futura vita"che ancora non ha rilevanza sociale e giuridica.

E se invece ora ,(alla luce di questi continui dibattiti che ti insinuano dubbi e incertezze su cose che prima davi per scontate)provo a guardare la vicenda dal punto di vista dell'embrione che succede?

...succede che non sono piu' tanto sicuro che l'embrione sia SOLO un ammasso di cellule.
...succede che mi viene il dubbio se è giusto che sia una legge a stabilire quando una cosa è "Vita da tutelare" o una semplice "res" di proprietà della madre..

...succede che mi viene da pensare che tra i due (madre e figlio)il soggetto più debole è il figlio.E tra due soggetti in conflitto la legge dovrebbe tutelare il più debole.

...dannato Ferrara,mi hai messo in crisi... :-)